Ascolto seduta, in silente pensiero,
notizia di una condanna, un senso
di angoscia mi prende, immagino
quell'aula, e vedo come attori
i protagonisti.
Un brusio di voci sommesse, il
pubblico e la giuria attenti osservano,
proptagonista assoluto immobile con
lo sguardo assente fisso nel vuoto,
è l'imputato.
Si alternano, con toni agitati sia
difesa che accusa, volti tesi, sguardi
puntati a voler quasi schernire,
parole a fiume con pause cercate
ad arte.
Di fronte, solo Lui, giudice in
quell'aula, incontra sguardi e
pare catturi sillabe una ad una,
zittisce ad ogni interruzione
con il martello.
Gelo intorno, finito l'arringa,
pausa per il verdetto, Lui deciderà
colpevole o innocente, ardua questa
sentenza, quanti dubbi scorreranno
in quella mente.
Il verbo giudicare è ancora una volta
protagonista, ma è sempre giusta
la sentenza??... Lui è solo un uomo dormirà
la notte? sarà stato al di sopra delle parti?
solo domande..
Io non potrei mai giudicare una persona!!
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