UN BUCO NERO


La vigilia di un Natale di tanti anni fa era il lontano 1965, io ventenne e lui maggiorenne, innamorati, trascorrevamo giornate vissute di lavoro e di incontri, piccole fughe, bugie innocenti con la nostra lambretta L150 color grigio metallizzato, avevamo il mondo in mano tutto da scoprire e mille sogni da realizzare.
Io aspettavo quel Natale con gioia ed ero curiosa di vedere il regalo che Egidio mi avrebbe fatto, mi diceva che sarebbe stato speciale. Quella sera, nella casa dove io abitavo con i miei genitori, mi prese per mano e mi trascinò nella mia camera di noce chiaro stile liberty, con i marmi grigio perla che coprivano comodini e comò e fu proprio su quel piano grigio che appoggiò una scatola minuscola blu bombata, io capii che il momento tanto aspettato era giunto: con fare lento per assaporare al massimo quell'attimo, la presi tra le mani sentii raso sotto le dita e piano sollevai il coperchio, fu gioia per i miei occhi, apparve un brillantino montato su un anello d'oro bianco, le sfaccettature piccolissime, riflettevano colori d'arcobaleno, quella luce inaspettata   mi trasmise prima calore,  poi brividi ed un'emozione immensa.
Da quel giorno portai al dito sempre quell'anello, con gioia lo mostravo alle amiche, e quando ero assorta nei miei pensieri accarezzandolo vivevo l'emozione dell'attimo in cui aprii quella scatola blu. Passarono gli anni la mia famiglia crebbe, due bimbi vennero a completare la nostra storia d'amore, fu proprio durante il periodo estivo mentre trascorrevamo i pomeriggi al mare che accadde il fattaccio.
Era una domenica d'agosto del 1983, ai nostri bagni come ogni anno si organizzavano i giochi di ferragosto, quell'anno ci fu proposto di partecipare alla gara dei castelli di sabbia. tutta la famiglia era impegnata, Egidio progettò il castello , i bimbi cercarono le pietre di vari colori e dimensioni, si decise di realizzare la fortezza del Piamar di Savona.
Io con tanto entusiasmo aiutai a scavare nella sabbia a mani nude, dopo tanto lavoro terminammo e vincemmo il terzo posto. Fu proprio dopo le fotografie per immortalare la nostra opera, che guardai se il mio anello c'era ancora al dito e solo allora mi accorsi che qualcosa mancava..al posto del brillante ..un buco nero.
Di colpo sentii il sangue ritirarsi dalle vene ed un formicolio mi scorse lungo il corpo, non riuscii più a vedere ciò che mi circondava, ma solo quel buco nero e più lo guardavo e più si ingrandiva,  dovetti con grande dolore dirlo anche ad Egidio, che subito rimase molto male alla notizia, ma poi mi consolò dicendomi che in futuro si sarebbe rimediato nel ricollocare un'altro brillantino...in quel punto vuoto.
Logicamente  da allora non potei più metterlo  al dito, ma corservai la montatura con grande cura ed affetto, e guardando le foto di quella fortezza di sabbia, non potevo non pensare che fra quei granelli c'era finito il mio brillantino!! Purtoppo negli anni successivi, altre piorità impedirono che Egidio potesse di nuovo regalarmi quel brillante ..fino ad oggi.
Proprio quando non ci pensavo più, ecco apparire  al posto di quel buco nero un nuovo  brillantino... più grande!. Tutto questo è splendido perchè negli anni nulla è cambiato noi non siamo più quei ragazzi di un tempo, ma c'è ancora amore in noi e questo nuovo brillante per la seconda volta ci fa rivivere un attimo unico della nostra vita.
                               


1 commento:

  1. Che cosa bellissima, a volte anche gli oggetti possono regalarci grandi emozioni se ad essi leghiamo un sentimento vero! Bellissima storia!!

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