venerdì 28 novembre 2014

un ricordo di mia nonna..

Un ricordo di mia nonna..

Era il lontano 1952 , vivevo in un piccolo paese sulle colline della Liguria..a pochi chilometri dal mare..la mia casa era in centro del paese e dava il benvenuto a chi entrava da Savona sulla strada, il lato sud si affacciava sulla valle che divideva una frazione dove invece abitava la mia amata nonna.
Ogni sera mia madre dal balconcino della cucina guardava in lontananza la casa della nonna per capire se tutto andasse bene, il segnale era la luce che lampeggiava.
Fu proprio una sera dopo cena che la sua voce allarmata mi disse che la nonna non aveva la luce accesa e che avrei dovuto andare da lei per vedere cosa fosse successo.
In fretta mi presi il cappottino rosso porpora..infilai le scarpette color cuoio e con il cuore in gola..sgusciai fuori...avevo 7 anni era primavera inoltrata ma l'aria era fresca ancora ed un brivido di freddo e di paura mi percorse la schiena.
Mentre attraversavo il paese sentivo i profumi di cucina e alcune voci in lontananza di chi si affrettava a rincasare, non pensavo a nulla solo raggiungere al più presto la casa della nonna, sapevo che il percorso sarebbe stato brutto, infatti dopo aver lasciato il paese presi una stradina tra ciottoli e case aggrappate l'una all'altra quasi per non cadere, sapevo che dopo quella discesa non avrei trovato più luci, solo un percorso tra terra battuta e cespugli.
Io ero una bimba che fantasticava molto e immaginai gnomi e fate che mi accompagnassero, prima nella piana e poi lungo quella salita e sapevo che in cima avrei trovato la lampada che mi avrebbe illuminato e l'ultimo percorsolo feci di corsa.
Finalmente eccomi sotto la casa della nonna...salii in fretta..tutto era buio, bussai con timore e con la manina gelida mi aggrappai alla maniglia di ottone e la porta si aprì.
Un quadro mi apparve tutto sembrava irreale, il fuoco nel camino acceso scoppiettava e arrossava la parete dipinta di grigio, una candela accesa appoggiata su un tavolo in noce protetto da un piccolo centro illuminava quella donna che china su un telaio che cigolava, filava lana bianchissima, passava morbida tra lil pollice, l'indice e il medio e si trasformava tra le sue mani in un filo perfetto sottile, il suo volto dolce si voltò verso me e mi sorrise sorpresa vedendomi.
Io con le guance fredde e rosse senza dir nulla l'abbracciai e con un tuffo mi ritrovai nel suo grembo rannicchiata. Non dimenticherò mai il calore di quell'istante e il profumo di menta e anice che emanava il suo vestito, le sue mani ruvide che mi presero il viso e la sua voce che mi diceva <...Cicci (così mi chiamava) tutto è apposto, scusate ho dimenticato solo di accendere la luce, ora rimani ti preparo una tazza di latte...> e fu così che bevvi tutto in un sorso quel latte appena munto.
E dopo aver segnalato a mamma che attendeva a casa un cenno con la luce, che tutto era ok, salutai la nonna con un bacio immenso e ripresi la via del ritorno, ma non ebbi più paura, i cespugli non si muovevano più, sentivo profumi di viole e di rose, e cantando una canzone per farmi compagnia, in un attimo raggiunsi di nuovo la mia casa.
Ogni giorno incontravo la nonna, lei era mia complice e mi viziava un poco..ma mi ha insegnato l'amore e il rispetto per la natura e ad affrontare la vita senza paura

ero la sua Cicci <3

lunedì 10 novembre 2014

Poi un attimo è...

POI UN ATTIMO E...

Aroma gradevole sazia il palato,
mentre sorseggio un caffè
e socchiudo gli occhi,
il vento è carezza sul volto,

raggio di sole dona tepore,
si riflette sul tavolo e mi illumina
mi scalda, mentre il cuore si ferma,
attende un sospiro profondo
quello che ti svuota e ti preme
sul petto... e poi ti libera.
Sarà l'anima a rapire i colori
di un autunno che ruba dolcezza
ad un sogno che in una notte
vive un sussurro d'amore,

poi un attimo e... nulla più.

Adelina @ 7-11-14